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Giustizia
Burkina Faso
Nov 2024

Sanità e l’educazione alla pace nella Terra degli uomini onesti

È il momento dei bilanci per il progetto « Miglioriamo le nostre vite ». Dopo quattro anni di interventi e attività incessanti nelle comunità rurali del Burkina Faso e del Niger, i risultati sono stati snocciolati durante gli eventi di valutazione finale che si sono appena svolti in entrambi i Paesi africani.
I dati dimostrano le profonde trasformazioni andate in porto in un contesto segnato purtroppo dall’insicurezza, in cui le priorità sono quelle di rafforzare la resilienza e la coesione sociale.

Il Burkina Faso, in particolare, è un Paese che ha cambiato completamente volto negli ultimi anni. Il suo nome, attingendo alle due principali lingue locali, significa Terra degli uomini onesti, e fu scelto dal leader degli anni ’80, Thomas Sankara, proprio per denotare la volontà degli abitanti di vivere in pace, in correttezza, affrancandosi definitivamente dal passato coloniale, per divenire liberi e indipendenti dalla pressione delle regole delle istituzioni finanziarie internazionali.
Purtroppo, dal 2015 sono iniziate le prime violenze, progressivamente intensificata da parte di gruppi estremisti islamici che sono giunti a controllare gran parte del nord-est della nazione, e non solo.
La “terra degli uomini onesti”, quindi, sempre più nelle tabelle economiche e sociali internazionali è divenuta in realtà sinonimo di povertà e instabilità. Da qui l’importanza di portare avanti un impegno costante per sostenere una popolazione fortemente in difficoltà.

Tra i successi più significativi del progetto ci sono la distribuzione di buoni alimentari e di trasferimenti monetari, a supporto di 6.683 famiglie in stato di grave vulnerabilità.
Nel settore sanitario, sono stati formati 1.245 professionisti, mentre sono stati diagnosticati e trattati 95.176 casi di malnutrizione acuta tra bambini e bambine sotto i cinque anni. Le iniziative per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza hanno mostrato la loro efficacia, tramite il recupero di 394,16 ettari di terre e la costruzione di 21 pozzi, che forniscono acqua potabile a 2.297 famiglie. In materia di coesione sociale, 3.245 insegnanti sono stati formati, rafforzando così le capacità educative e promuovendo un clima favorevole alla pace, purtroppo sempre più compromessa. Per quanto riguarda la governance locale, il progetto ha anche permesso di formare 223 funzionari comunali, consolidando le loro competenze nella gestione delle risorse locali.

«I risultati raggiunti non sono solo numeri, rappresentano la vita, la dignità e la speranza di migliaia di persone », ha evidenziato Allahidi Diallo, consulente tecnico del ministro dell’amministrazione territoriale e della mobilità, nell’evento di restituzione che si è svolto a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.
Marianna Mormile, responsabile Sahel di Progettomondo, ha evidenziato l’aspetto inclusivo del progetto, affermando che «è stato realizzato coinvolgendo attivamente donne, uomini e giovani che, nonostante le difficoltà, hanno dimostrato di essere pronti ad abbracciare  l’opportunità di trasformazione». Da parte sua, Monica Liberati, rappresentante dell’Unione Europea, ha espresso grande soddisfazione per i risultati del progetto. «Ho apprezzato ogni aspetto, in particolare l’approccio partecipativo e la risposta ai bisogni espressi a livello locale, così come la buona coordinazione tra gli attori coinvolti», ha detto.

L’evento ha dato voce a numerose e toccanti testimonianze da parte di protagoniste e protagonisti stessi del progetto, ossia le persone a cui sono specificatamente rivolte le attività, molti di loro anche sfollati interni a causa delle continue rappresaglie e violenze.
“Quando siamo arrivati a Ouahigouya, la vita era molto difficile. Grazie al progetto ho ricevuto cibo e denaro che mi hanno permesso di avviare una piccola attività commerciale”, racconta Belem Kagone Limata, originaria di Titao e costretta a sfollare appunto a Ouahigouya. “Sono grata per questo aiuto che ha ridato dignità alla mia famiglia. Spero con tutto il cuore che altre persone possano beneficiare di progetti come questo, perché ci sono molte persone bisognose».

I quattro anni di interventi significativi in 13 comunità rurali del Burkina Faso e in 2 del Niger, sono stati realizzati dal consorzio composto da Progettomondo (capofila), RAJ, CRUS, FNGN, EDUCO e SOS Sahel Burkina Faso. In Niger si è invece lavorato con COOPI, CISP e SOS Sahel Niger, sempre grazie al finanziamento dell’Unione Europea tramite il Fondo Fiduciario di Emergenza per l’Africa (FFU).

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