L’Ong veronese è al loro fianco per agevolare questo ritorno a casa, che è ora al centro di una serie di podcast in cui storie di riscatto e di cambiamenti concreti sono state raccolte dalla giornalista e documentarista Gloria Aura Bortolini tramite l’equipe di Hypercast che li ha prodotti per Progettomondo.
C’è chi è partito salendo sui barconi per la traversata del Mediterraneo o affrontando la rotta balcanica. C’è chi invece ha raggiunto fratelli o genitori in Germania o in Italia, decidendo poi di non mettere radici all’estero e rientrare piuttosto nel Paese di origine, con le competenze acquisite.
Le cosiddette “donne delle fragole”, grazie all’accordo Spagna-Marocco, hanno svolto impieghi stagionali, lontane dai figli e da ogni affetto. E c’è anche chi, forte della decennale esperienza in Germania, ora si impegna energeticamente ad Agadir per insegnare, a chi vuole partire, non solo la lingua del Paese tedesco, ma anche la diversa cultura, il modo di vivere e di affrontare il lavoro.
Amal, il nome del Progetto, che in arabo significa speranza e si impegna nell’accoglienza e nell’accompagnamento alla reintegrazione di migranti di ritorno dalla Germania, dalla Spagna e pure dall’Italia.
Khourigba, Beni Mellal, Afourer, Bradia, Khenifra e infine Agadir le città in cui sono state raccolte le testimonianze.
Road4change, sur la route du Maroc il nome del format che conta sei puntate. In ciascuna di esse i protagonisti raccontano la loro personale storia, ciascuna diversa, singolare, unica.
I podcast, realizzati sia in francese che in italiano, possono essere ascoltati sulle piattaforme Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music, Deezer e Google Podcasts.
Progettomondo è in Marocco dal 2001, fin da subito nella regione di Beni Mellal-Khénifra, dove ancora oggi – pur se notevolmente calati – si registrano i tassi di migrazione verso l’Europa più alti di tutto il Marocco.
“Siamo partiti con attività di promozione del diritto all’educazione, e dal 2006 sono stata avviati programmi per favorire una migrazione responsabile”, spiega il presidente di Progettomondo, Mario Mancini. “La regione di Beni Mellal-Khénifra è tra le più povere del Marocco, e ciò spinge gli abitanti delle zone rurali a cercare migliori opportunità prima verso la città, protagonista di un crescente fenomeno di urbanizzazione, poi verso i confini oltremare. La stessa cosa sta accadendo in Tunisia, dove la nostra Ong ha appena aperto una nuova sede. Forti dell’esperienza sul tema della migrazione, infatti, ci impegniamo in attività di supporto ai giovani tunisini, per renderli consapevoli sul rischio migratorio e le enormi difficoltà a cui possono andare incontro partendo da irregolari, senza documenti. Oltre al gran numero di subsahariani che transitano in Tunisia con la speranza di raggiungere l’Europa per chiedere asilo e rifugio, sta aumentando esponenzialmente anche il numero di tunisini pronti ad abbondare la terra di origine, dominata da un’economia sempre più stagnante e in crisi, con i beni di prima necessità che scompaiono dagli scaffali”.
In Marocco lo scenario negli ultimi anni è cambiato. Dal 2010, a seguito della crisi economica che ha segnato l’Europa e delle politiche di esternalizzazione delle proprie frontiere, nonché del mutato contesto sociopolitico del Paese nordafricano, gli interventi di Progettomondo si sono diversificati, includendo anche tematiche nuove come la prevenzione dell’estremismo violento, l’integrazione dei migranti di ritorno o ancora l’assistenza alla popolazione migrante subsahariana.
Questo “audio” viaggio nel cuore del Marocco attesta l’impegno di Progettomondo che da oltre 55 è in America Latina, Africa e in Europa per contrastare le disuguaglianze economiche e sociali, in difesa della dignità delle persone.
Conclude Mancini: “Abbiamo scelto lo strumento del podcast perché meglio si presta a narrazioni intime, che raccontano vissuti non sempre facili ed emotivamente forti. Il nostro obiettivo, oltre che lavorare in sinergie con le comunità locali, è pungolare la politica internazionale. La migrazione ormai da tempo non rappresenta più un’emergenza, è un fenomeno strutturale destinato a crescere nel mondo. Non possiamo pretendere che le forti diseguaglianze che si registrano a livello globale, dettate da tensioni politiche, sociali, dal cambiamento climatico o da situazioni di estrema povertà costringano le persone a vivere senza un futuro, a sopravvivere senza aspirazioni di cambiamento.
L’Italia e l’Europa in generale sono realtà economiche basate sulla mancanza di manodopera regolare in diversi settori, quindi bisogna iniziare a considerare i migranti non come braccia per lavori in semi schiavitù, ma come cittadini che abbiano diritto a un accesso regolare e all’inserimento integrale nelle nostre società, funzionale pure alle nostre economie”.
“Grazie a questo progetto, ho scoperto un Marocco che non conoscevo e che mi ha conquistata, per il calore della sua gente oltre che per la bellezza dei suoi paesaggi”, afferma Bortolini. “Ci vuole coraggio e consapevolezza per partire in maniera responsabile ma per tornare non basta l’amore per le proprie radici, serve un concreto aiuto per reintegrarsi e trovare il proprio riscatto personale.
C’è chi ha lasciato i genitori, chi i propri figli, per inseguire il sogno di un futuro migliore in Europa, ma grazie a Progettomondo, hanno potuto tornare nel loro Paese e realizzare un progetto professionale. Ogni incontro con le persone che ho intervistato mi ha lasciato un ricordo indelebile, le loro storie possono essere di fonte di ispirazione per chiunque ascolterà il podcast”.
«Per il nostro team, raccogliere questi racconti sul campo, direttamente dai protagonisti, è stata un’esperienza unica», commenta Raffaele Costantino, Direttore Creativo di Hypercast. «Siamo orgogliosi di aver preso parte a un progetto che affronta la tematica della migrazione con un approccio non convenzionale, portando alla luce quelle storie straordinarie che diventano arte, musica, cultura».