Diritti e Cultura di Pace

Diritti e Cultura di Pace

Favoriamo l’impegno delle comunità e delle organizzazioni della società civile di prevenire e combattere le varie forme di violenza e di conflitti. In Bolivia, Honduras Haiti e Marocco promuoviamo azioni di giustizia riparativa nel sistema penale e interventi di prevenzione della delinquenza giovanile. In Honduras, inoltre, realizziamo azioni di contrasto alla violenza di genere. In Burkina Faso e in Niger ci si focalizza invece sulla prevenzione e lotta contro l’estremismo violento e la radicalizzazione.

In Bolivia la popolazione minorile e giovanile tra i 16 e i 21 anni che è sottoposta a misure cautelari, conta circa 1.900 adolescenti ospitati nei 17 istituti penitenziari del Paese. Il 92% di loro è in attesa di sentenza e trascorre anni in carcere prima di un regolare processo, pur se in palese violazione del principio della presunzione di innocenza.
La sfida è quindi supportare le istituzioni pubbliche e la società civile nella creazione del Sistema Penale per Adolescenti (SPA), formando gli operatori di giustizia e socio-educativi, definendo e certificando i curricula formativi.
Giustizia riparativa, mediazione penale e prevenzione sono le parole chiave del modello promosso da Progettomondo, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione pubblica e il dibattito politico sul tema dei diritti dei giovani e adolescenti in conflitto con la legge. Alla base c’è la volontà di diffondere una diversa visione delle relazioni sociali fondata sul paradigma riparativo che è solo un diverso modo di declinare la nostra mission nella cooperazione. Siamo impegnati per una società fondata sul dialogo, la comunicazione non violenta, la pratica dell’empatia, prevenendo così il conflitto e la diffusione della violenza.

In Honduras, nell’ambito della giustizia giovanile, sosteniamo la riforma del sistema speciale di giustizia per minori, contribuendo allo sviluppo delle competenze degli operatori di giustizia, socio educativi, di custodia e delle organizzazioni del settore terziario, alla realizzazione e diffusione di pratiche pilota in ambito carcerario e per la reintegrazione socioeducativa, favorendo la progressiva adozione di un approccio riparativo.
Sosteniamo il rafforzamento del Meccanismo di Prevenzione della Tortura e puntiamo ad ampliare le nostre aree di intervento per incidere sulla riduzione delle disuguaglianze.

Ad Haiti  la nostra Ong contribuisce alla creazione di reti locali di giustizia penale, formando pure il personale dei centri che accolgono, tra gli altri,  minori in conflitto con la legge. Il contributo alla riforma del sistema passa dal mettere in dialogo gli attori che hanno responsabilità nell’ambito penale minorile o che intervengono in carcere per creare un’identità condivisa di istituzioni che collaborano a un unico obiettivo.

Anche in Marocco, come in America Latina e in America Centrale, promuoviamo un modello di giustizia riparativa che si basa sul dialogo, la comunicazione non violenta, la pratica dell’empatia, prevenendo così il conflitto e la diffusione della violenza.
L’obiettivo è sviluppare un modello di giustizia che prospetti un coinvolgimento attivo della vittima, dell’offensore, dei rispettivi entourages di relazioni e della comunità civile. È questa la precondizione che rende possibile la sperimentazione di alternative al carcere quali la libertà condizionale e la libertà sorvegliata,  come pure l’avvio di progetti di accoglienza, reinserimento e accompagnamento post-penitenziario in favore dei detenuti.

In Burkina Faso e in Niger da alcuni anni stiamo sviluppando un percorso orientato al rafforzamento di attori comunitari, tra cui leader religiosi e tradizionali, insegnanti, educatori, giovani, per il contrasto all’estremismo violento e la radicalizzazione e lo sviluppo di metodologie e pratiche di dialogo interreligioso e intercomunitario. Coinvolgiamo giovani e studenti in percorsi di rafforzamento basati su programmi educativi, sulla gestione pacifica dei conflitti, ma anche gli sfollati interni e altri gruppi che intervengono in conflitti interetnici e intercomunitari.