Le azioni umanitarie di soccorso ad Haiti, dopo il terribile sisma di metà agosto, al momento sono in corso in particolare da parte della protezione civile nazionale, agenzie delle nazioni unite e USAID. Gli aiuti stanno aumentando così come il dispiegamento di personale e mezzi, ma non sono ancora in grado di coprire il fabbisogno della popolazione. Si stimano 650mila persone in emergenza umanitaria, 2.207 morti accertati e 130mila abitazioni danneggiate o distrutte.
La problematica adesso si concentra sugli sfollati, molto dei quali non sanno dove andare e spesso dormono per strada. Necessitano di esigenze alimentari e WASH (acqua potabile e strutture di sanitation).
Sull’esperienza del 2010, il governo si oppone alla costruzione di alloggi temporanei (prefabbricati) e campi di sfollati, salvo tende o altre strutture molto temporanee, per evitare che la gente vi si stabilisca poi in modo fisso, con grandi contenziosi. L’approccio è quindi di ripristinare il prima possibile gli edifici danneggiati o distrutti.
Le gang hanno ripreso le loro attività impedendo di fatto il passaggio nel corridoio umanitario dalla capitale (Martissant e Carrefour), con evidenti conseguenze sugli aiuti. Le stesse popolazioni colpite spesso hanno creato difficoltà con assalti ai convogli umanitari o momenti di scontro durante le distribuzioni di beni primari. Alcune zone del Sud-Ovest rimangono isolate o di difficile accesso e si registrano attività di banditismo in varie località.
In un simile contesto Progettomondo è riuscito a raggiungere la zona colpita dal sisma per verificare con un sopralluogo accurato le necessità di ricostruzione.
I nostri operatori hanno incontrato responsabili della Protezione Civile, del mondo dell’istruzione, partner locali con cui già abbiamo promosso progetti fino allo scorso anno.
Ora si contano i danni in vista di mettere a punto un programma a lungo termini che possa non solo ripristinare quanto perduto dalla popolazione ma garantire, dove possibile, persino ulteriori servizi alla comunità. Ad Haiti le catastrofi naturali si aggiungono a instabilità amministrative, crisi politica, lacune di vecchia data e un’emergenza alimentare ormai cronica.
Per questo non possiamo che essere ancora e sempre presenti AL FIANCO della popolazione.