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Giustizia
Bolivia
Set 2024

I 13 anni di Qalauma, centro di reintegrazione per i giovani boliviani

Qalauma compie 13 anni. Il Centro di reintegrazione sociale per giovani in conflitto con la legge, è stato inaugurato nell’agosto del 2011, in Bolivia, grazie a Progettomondo.
Inizialmente la struttura era nata nel Municipio di Viacha, a  22 Km da La Paz, per evitare che i minori si ritrovassero a condividere celle con persone adulte, con una chiara violazione dei loro diritti umani. Nel 2011 ospitava 28 ragazzi trasferiti dal penitenziario di San Pedro.
Dopo l’approvazione del Codice Bambina, Bambino, Adolescente avvenuta dieci anni fa, Qalauma ha però aperto le porte a ragazzi tra i 18 e i 28 anni, e oggi rappresenta una delle principali realtà dedicate al reinserimento dei giovani trasgressori: un punto di riferimento per l’intera America Latina, e non solo.
Purtroppo il tema del sovraffollamento continua a incidere pesantemente.
Qalauma è infatti nato per ospitare un massimo di 150 giovani, ma ha ormai superato la soglia dei 500, di cui oltre il 60% è in detenzione preventiva, in attesa del completamento del processo giudiziario.
“Si tratta di un problema serio, perché impedisce di garantire i diritti delle persone private della libertà”, evidenzia Abraham Colque, responsabile Paese per Progettomondo, presente al convegno internazionale sulla giustizia di comunità promosso dal Comune di Cuneo il 19 e 20 settembre.
“Il sistema penitenziario boliviano ha grandi difficoltà in termini di risorse economiche, e per questo abbiamo attivato strategie di integrazione lavorativa con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private”.

Grazie a un accordo tra Progettomondo, il Governo boliviano e la Diocesi di El Alto materiali e programmi didattici sono stati condivisi ed elaborati fin da subito in sinergia, facendo transitare nel Centro, in 13 anni, circa 3mila persone.
Progettomondo, con il suo costante impegno, ha favorito il consolidamento di un Centro di Educazione Alternativa, un organismo che dipende dal Ministero dell’Istruzione e che sviluppa attività di formazione per la maturità umanistica e la formazione tecnica, ma ha anche reso possibili esperienze di formazione artistica e culturale, favorendo sempre le pratiche di giustizia riparativa per la prevenzione dei conflitti e la convivenza pacifica.
“Attualmente stiamo lavorando per il miglioramento della formazione tecnica incentrata sulla produzione”, precisa Abraham. “Abbiamo sviluppato casi di produzione collettiva tra i giovani, negli ambiti della pelletteria,  falegnameria, metalmeccanica, nel cucito, nella serigrafia e nell’artigianato.  In accordo con la direzione carceraria, è stato aperto un negozio per la vendita dei prodotti realizzati dai reclusi. Il negozio “Puya”, situato nel Centro femminile di Obrajes, è un punto vendita riconosciuto.
L’obiettivo del reinserimento sociale delle persone passa dalla formazione delle persone, l’attenzione psicosociale e l’orientamento per il reinserimento lavorativo. L’occupazione o il lavoro autonomo sono fondamentali per prevenire le recidive”.

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