La scarsità di piogge sta mettendo a dura prova la provincia di Manica, in Mozambico. La siccità delle ultime settimane ha “bruciato” le colture di mais , fagioli e ortaggi seminate due mesi fa, e che per questo non arriveranno a dare nessun prodotto. La sciagura interessa circa il 55% dell’area della provincia, dove la popolazione vive proprio di agricoltura di sussistenza, che copre sostanzialmente solo i consumi familiari, senza surplus per la vendita, e che utilizza prevalentemente la forza lavoro e pochi strumenti per la lavorazione del terreno, senza il ricorso all’irrigazione.
Il governo provinciale ha dunque lanciato un appello affinché le popolazioni dei distretti di Manica vengano soccorse con kit di sementi che potrebbero venir posti a dimora nelle zone più umide o nelle vicinanze delle fonti idriche, per ottenere un raccolto più tardivo ma in grado di soddisfare almeno in parte le necessità alimentari delle comunità.
L’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo ha risposto all’appello, sollecitando a sua volta i propri partner, tra cui Progettomondo, a destinare parte dei fondi a loro disposizione per le attività (nel nostro caso con le donne) e favorire così l’acquisto di sementi da consegnare alle popolazione bisognose.
La nostra Ong non si è certo tirata indietro e, insieme alle altre sei che partecipano ai progetti attivi, che prevedono tra le altre cose una promozione della parità di genere nell’ambito dell’agricoltura, ha stanziato una cifra apposita per far fronte all’emergenza.
Il contrasto alla siccità rientra nell’impegno di Progettomondo nella lotta al cambiamento climatico e a favore dell’ambiente, per la quale proprio nei giorni scorsi è partita la campagna “Basta calpestare la terra”, invitando a lasciare la propria impronta per fare la differenza.
Il benessere del pianeta riguarda chiunque, ed è direttamente interconnesso all’equilibrio sociale, alla parità di diritti e all’uguaglianza sociale.
I danni che sta subendo la popolazione mozambicana ci riguardano da vicino, perché è impossibile vivere in una terra arida e priva della capacità di nutrire, a rischio che la vivibilità sul nostro pianeta sia sempre più circoscritta e complessa.