Un anno di contrasti, un anno di alti e bassi, un anno di pianti di gioia e frustrazione, che ogni tanto si sono palesate pure contemporaneamente.
Un anno strano, così difficile sotto alcuni punti di vista, ma che alla fine si è rivelato uno dei più belli.
Così Gaia Sodoma racconta il suo anno di servizio civile in Perù con Progettomondo.
“A Lima ho conosciuto la mia “altra metà” del team “Las Gaias”, la mia omonima insomma. Pensavamo di essere quelle con il nome raro e unico e invece… ci siamo presentate all’aeroporto con la stessa valigia gialla piena di aspettative, stesse scarpe, stesso nome.
Il Perù è il paese dei contrasti per eccellenza. Ci sono persone poverissime o ricchissime, deserto e montagne altissime, città in cui non piove mai, come Lima, e intere regioni in cui piove sempre, come la Selva, bus alti con dentro peruviani che non eccellono in statura.
Ho lavorato con i migranti, ho visto e imparato come il Perù gestisce i flussi migratori, anche a livello legislativo. Ho scritto progetti e studiato la storia degli indigeni dell’Amazzonia. Ho messo tutto il mio tempo nelle mani del prossimo.
Ho superato lo shock di vivere in un Paese durante e dopo il colpo di stato, ho scoperto che alle volte le cose succedono e basta, non possiamo sempre cambiarle, ho conosciuto dei miei nuovi limiti e ne ho superati altrettanti.
Ho imparato che sono più grande delle cose che penso di non poter superare.
Il mio suggerimento a chi è in partenza è di accogliere il Perù, il proprio cambiamento, come arriva, in ogni sua forma e sfaccettatura, senza spaventarsi degli alti e dei bassi, ma anzi viverli tutti. Vivere a pieno il timore di trasferirsi in un Paese molto lontano da casa, la gioia di esplorare una nuova cultura, la soddisfazione di aver contribuito, anche solo in piccola parte, a un mondo migliore e più equo.